giovedì 26 aprile 2012

"Se hai la bocca piena non puoi parlare"

Ai bambini si insegna a non parlare con la bocca piena.
"Se hai la bocca piena non puoi parlare" recita anche un proverbio africano.
In questi mesi la bocca mi si è proprio svuotata, è il caso di dirlo.
È così che ritrovo la parola.
Con la bocca vuota - e il vuoto di tante altre dimensioni essenziali del vivere - ho scoperto una sconosciuta prospettiva del reale, dalla quale guardare quel che accade in me e attorno a me.
Inestimabile è il suo valore, anche se quel che regala sembra non averne.
La bocca vuota, ogni esperienza di vuoto, mi fa attraversare da un fremito di genuina autenticità, ma sento che questo dono nasce già minacciato dalla pesantezza di questioni serie: il lavoro e la professionalità, il futuro, il tempo, le amicizie e gli affetti, i soldi, le paure, la fatica, la solitudine...
C'è una parola in tutto questo, una parola da non lasciar scappare nel suo apparire fugace, una parola da non schiacciare sotto il peso di quel che si impone per gravità come urgente.
Una parola che ha un sapore amico, e vivo, e fragile.
Ai bambini si insegna a non parlare con la bocca piena, eppure da adulti parliamo solo con la bocca piena, piena della nostra esperienza di vita, della nostra posizione professionale, delle nostre sicurezze economiche e affettive, piena delle convinzioni che riteniamo credenti e credute, piena anche di paure e di angosce ma pur sempre piena. E quando per qualche motivo si svuota, subito corriamo a riempirla.
Tra adulti è tutto un correre a mostrare quanto siamo pieni.
La parola sembra doversi prendere in forza del pieno, mai in debolezza del vuoto.
Mi chiedo che ne sarebbe se dovessimo far girare le parole genuine che ciascuno ascolta nel vuoto che vive e incontra. Così avremmo purificato l'aria da quel ristagno di lamentosità che ammorba i giorni.



PS. Ai bambini si insegna anche a dormire da soli e a non aver paura del buio, mentre la maggioranza degli adulti dorme e attraversa il buio in compagnia. Ma questa è tutta un'altra storia.

4 commenti:

  1. è proprio così,peccato che molte volte sono gli altri che ti costringono a riempirla di cose ,di suoni,di giudizi ecc,ma io ostinatamente posso sempre faticosamente risvuotarla!(almeno ci provo)

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  2. Queste sono parole che arrivano dal profondo di esperienze travagliate e toccano il profondo dell'essere umano con semplicità e genuinità incredibili

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  3. Beh, hai ragione, ma la paura e che se non parli sulla base delle cose che sai, dell'esperienza di un vissuto, perchè mai gli altri ti dovrebbero ascoltare?

    Io non vedo molte persone ben disposte ad ascoltare il vuoto o l'inesperienza, a parte forse i politici che ormai parlano a vuoto, ma parlano soprattutto per se stessi..... direi che non è una classe da imitare...

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  4. Grazie per le stupende riflessioni anche se di non facile comprensione.
    Un amico

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