lunedì 11 giugno 2012

Nascite

Dice la leggenda che un angelo cancella al neonato il ricordo di quello che ha saputo in grembo. C’è da svuotare il sacco prima di nascere. I bambini dentro la placenta sanno tutto il passato, le lingue, le avventure, pericoli e mestieri. Il loro scheletro è diventato pesce, rettile, uccello prima di fermarsi all’ultima stazione. Lo sforzo di espulsione dal corpo della madre serve a dimenticare. La rottura delle acque apre il varco che subito dietro si richiude, dopo il tuffo nel grembo. Il salto nell’asciutto produce azzeramento di tutta la sapienza accumulata nel sacco di placenta. Si attecchisce meglio dimenticando da dove si proviene. (Erri De Luca, E disse, p. 14)

Credo si nasca più volte nel corso di una vita.
E nascita è essere al giorno zero, nell’impossibilità di attingere a quel che precede. Come dice bene la leggenda rabbinica riportata da De Luca.
Poi quel che di nuovo, faticosamente si apprenderà, non sarà altro che qualcosa di arcanamente già conosciuto, un ancestrale familiare che viene incontro.
Da riconoscere, di cui fare tesoro, da custodire.
Fino a un nuovo stacco, quando ritorna il tempo di lasciare.
Perché sia ancora una nuova sconosciutissima nascita.

5 commenti:

  1. Nasco per colmare il vuoto lasciato da un precedente figlio. Certamente non ero "lui": difatti mio padre inizialmente non ne fu contento.
    Poi si cresce, con genitori poco espansivi nei gesti d'amore e sempre apprensivi su ogni cosa. Insomma vivevo ancora nell'utero materno, ma non per mia scelta.
    Formando la mia famiglia ho dovuto imparare a camminare da sola: era ora.
    Non fu facile, dopo la nascita del primogenito e per una serie di eventi cado in depressione.
    Ci sono voluti anni e una cura giusta per avere un buon equilibrio.
    E questa è stata una RINASCITA combattuta e voluta.
    Non potevo mollare.....

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  2. La primavera e’ vista come una nascita, ovvero un qualcosa di estremamente gioioso che si oppone al dolore interiore che molti uomini provano per svariati motivi esistenziali.

    Così canta R. Cocciante nel "Cervo a primavera"

    (...)
    E io rinascerò
    amico caro amico mio
    e mi ritroverò,
    con penne e piume senza io
    senza paura di cadere,
    intento solo a volteggiare
    come un eterno migratore

    E io rinascerò
    senza complessi e frustrazioni
    amico mio ascolterò
    le sinfonie delle stagioni
    con un mio ruolo definito,
    così felice di esser nato
    tra cielo terra e l'infinito.

    Ci vuole coraggio ripercorrere il "tunnel" della (ri)nascita ma vale sempre la pena di tentare, prima di gettare la spugna.

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  3. Per rinascere, o meglio per voler rinascere, occorre avere la spinta di un amore, solo cosi' puoi desiderarlo veramente; altrimenti e' un semplice cambiamento e non sempre positivo!

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    1. Non deve essere necessariamente un "amore" ma in senso lato, potrebbe anche riferirsi ad una semplice persona amica.

      Può essere la disponibilità a proteggere, ad aiutare, a cercare di sollevare dalle paure che ognuno ha e con le quali si deve purtroppo convivere e tutto questo viene fatto senza un secondo fine, quindi in maniera disinteressata, solamente per venire in aiuto di un'altra persona.

      Secondo me questa "disponibilità" ci dà la spinta per
      rinascere.

      RHOmantica

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  4. Per rinascere bisogna perdonare ? Credo di sì.

    Mia mamma ha L'Alzheimer questa è la diagnosi medica.
    Ritorno indietro di pochi anni a quando la malattia non era così chiara e quindi non decifravo il suo stato.
    Ho passato giorni difficili perchè in certi avvenimenti io e mia mamma ci scontravamo su mille cose e quando ritornavo a casa mia ero piena di rancore verso di lei.
    Poi sono accaduti eventi eclatanti, tali da farla visitare presso un Centro specializzato.
    Ecco qui si è aperto uno squarcio nel mio cuore, un dolore che non riesco a descrivere.
    Ho ripensato alle litigate con Lei, che poveretta, con il senno del poi, avrei potuto risparmiarmi/le.
    Ho "riletto" le stranezze, i comportamenti e i fantasmi di mia mamma. E' stata dura accettare la diagnosi.C'è voluto un bel po' di tempo.
    Vado tutti i giorni a trovarla nella casa per anziani. Ora lei è la mia bambina.
    L' ho perdonata di tutto quanto mi gridava addosso, e cerco perdono anch'io, ma lei non potrà farlo...

    Sono nuovamente uscita dal grembo di mia mamma, perchè c'è stato un nuovo taglio del cordone ombellicale.

    RHOmantica

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