Da qualche tempo ho scoperto che esiste la notte.
A volte vivo di notte, e vivo la notte.
Non so perché non mi sia accaduto prima.
Scoprirla fa perdere la misura del tempo: il giorno
improvvisamente diventa tutto di ventiquattro ore e a volte anche di
quarantotto.
Nella notte il tempo si restringe e si dilata a modo suo. Ci
sono ore che sembrano eterne, ed altre che corrono veloci.
Ma è il cielo notturno quello che mi rapisce, come un
mantello che tutti raccoglie sotto di sé.
Di notte tutto si ferma e la città appare indifesa,
sguarnita, lasciata a se stessa.
Cambia anche il paesaggio, di notte: il tuo ambiente quasi
non lo riconosci, e accetti ti venga mostrato il volto notturno del reale.
Di notte muoversi chiede di badare a non fare rumore, quasi
un andare in punta di piedi, senza disturbare. Una bella parabola di vita. Perché è il silenzio a prendere la parola, silenzio corposo tutto da ascoltare,
da riempirsi le orecchie. E per quanto strano sia, c’è un buio di cui riempirsi
i polmoni.
Di notte ho scoperto che esistono uomini e donne invisibili,
le cui vite sembrano correre al limite del possibile; il loro svolgersi di
notte non le rende meno significative di altre diurne. Finché non le incontri non
le puoi vedere; te le puoi immaginare, ma non conoscere. E quando il sole si
alza, scopri che gli occhi stanno imparando a vedere gli invisibili anche in
piena luce.
Così volentieri mi perdo a immaginare chi ci sia dietro e
dentro quel ho tra le mani – non importa cosa esso sia: chi l’ha preparato, che
vita può avere, che fatica può aver messo. Così aumenta il peso specifico. Il
mio.
Quale canto s'è levato stanotte
RispondiEliminache intesse di cristallina eco del cuore
le stelle
......
Sono stato
uno stagno di buio
Ora mordo
come un bambino la mammella
lo spazio
Ora sono ubriaco d'universo
(Ungaretti)
Nulla da aggiungere, solo: splendido!
Se consideri gli orari in cui anche i commenti vengono scritti scopri quanto e' folto il popolo invisibile della notte ! !!!! Non si e' mai soli!!!!!
RispondiEliminaIn casa sono sempre stato considerato il tira tardi della famiglia, per me la notte è sempre stata la parte più sincera della giornata nel suo silenzio è possibile parlare bisbiglindo, tutto risulta più intimo. Nella notte il tempo sembra rallentare. Mi ricordo quando, noi amici andavamo a trovare il papà di Tonino per condividere dolcezze appena sfornate. Oppure l'incontro con il metronotte che veniva a controllare la gioielleria sotto casa mia, di lui non ho mai saputo come si chiamasse, ma sapevo che era sposato, aveva due figli e una nipotina, stavamo a parlare dieci minuti un quarto d'ora con la voglia di raccontarci.Oppure le lunghe chiaccherate con gli amici dove ogni motivo era buono per non darci la buona notte.
RispondiEliminaQuanti regali mi ha fatto la notte!
Grazie per aver stimolato i miei ricordi di figure, sensazioni e odori.
Io invece amo dormire e farlo... di notte! Mi è estraneo il mondo del buio e del silenzio: mi mette paura. Ho conosciuto invece la notte quando l'ansia ha dettato i ritmi e le sensazioni. Tutto diventa enorme, perfino il tempo che non scorre mai. E non vedi l'ora che arrivino le prime ore del mattino, quando il sonno viene come un consolatore.
RispondiEliminaBellissimo quando la città dorme e nel silenzio "corposo" (che descrivi benissimo), si può addirittura sentire il rumore dei propri passi! è davvero un'occasione per "ri-tarare" i sensi e la mente, e come dici tu, anche la soglia di attenzione verso gli altri più invisibili.
RispondiEliminaGrazie perché hai deciso di condividere di tanto in tanto pensieri e poesia ;-)
Andy
http://www.youtube.com/watch?v=MXlWuCy6w5s
RispondiEliminaNon conosco la notte come descritto in "Sorella notte" ma so cos'è la notte passata in bianco in ospedale a curare un parente malato. Le ore passano lente, percepisci il respiro del malato o il suo lamento per i dolori. In questa atmosfera tutto sempre ingigantirsi.......
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